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PREMIO ALAMO/ Giovani imprenditori crescono tra rifiuti speciali e pillole fai-da-te

Premiati a Milano i tre migliori progetti: Florentite, Personal Pharma Machines e Bel2Go (navigazione indoor per ipovedenti). Alla ribalta anche altre 5 iniziative imprenditoriali

Saper intercettare nuovi bisogni, a cui dare risposta inventando qualcosa di utile, e possibilmente, di bello. E’ il Dna dell’imprenditore, un filo rosso che non si è mai spezzato, dal Rinascimento a oggi: creatività, inventiva, bellezza, utilità. Ingredienti indispensabili, ma non sufficienti. Perché le idee, seppur geniali, debbono trovare le gambe – know how, business plan e risorse – su cui poggiare. In Italia, a livello di idee imprenditoriali, sono ancora molte le lampadine che si accendono e, per fortuna, non mancano i soggetti che possono aiutare a trovare i collegamenti utili per realizzarle.

Tra questi, spicca sicuramente Fondazione Alamo, che persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico incoraggiando, sostenendo e realizzando iniziative imprenditoriali di nuova costituzione.

Fondazione Alamo, da due anni, organizza il Premio Alamo, un contest che premia, appunto, tre valide idee imprenditoriali, nelle quali siano valorizzati il recupero del lavoro manuale, la produzione manifatturiera e la fornitura di servizi. In un momento in cui l’attenzione è concentrata soprattutto sul mondo digitale, Fondazione Alamo preferisce puntare su giovani imprenditori che vogliono trasformare un’idea, nata da una passione concreta, in impresa. E questa “scintilla” è scoccata più volte assistendo, a Milano, presso Talent Garden, alla premiazione dei vincitori della seconda edizione.

Premiati tutti e tre dal presidente di Fondazione Alamo, Mario Saporiti, ad aggiudicarsi il primo posto è stato Florentite, un progetto – la quintessenza dell’economia circolare – di Stefano Zampini, Marco Zampini, Luca Latini e Francesco Scialdone. L’idea? Recuperare e riutilizzare molte tipologie di rifiuti speciali non riciclabili per creare un materiale innovativo, con diverse qualità e utilizzabile in quattro tipologie: urbano, stradale, graniglia e isolante. Una soluzione che salvaguarda l’ambiente e offre nuove opportunità di business con i rifiuti speciali.

Al secondo posto, il progetto Ulia Pharma di Carlo De Giorgi, Francesco Passabi, Chiara e Antonio Spedicato, Marina De Giorgi. L’intuizione? Fornire macchinari flessibili per la produzione – sul modello delle stampanti 3D – di farmaci con quantitativi di princìpi attivi personalizzati, utilizzati soprattutto nelle farmacie galeniche.

Sul gradino più basso del podio si è invece piazzato il team di Bel2Go, formato da Ortenzia Veltri, Paolo Pino, Simone Borrelli e Lucrezia Spriano. Il loro progetto? Hanno studiato un sistema di navigazione indoor e di guida tramite stimoli e impulsi pensato per consentire a utenti non vedenti o ipovedenti di muoversi in spazi chiusi sconosciuti – biblioteche, ospedali eccetera – attraverso l’uso di tatto e udito. Un sistema indossabile, che li accompagna e offre loro maggiore sicurezza nei movimenti e negli spostamenti.

Ma l’edizione 2018 ha messo davvero “in difficoltà” il Comitato di valutazione, che ha dovuto soppesare molte altre idee imprenditoriali potenzialmente meritevoli. E che infatti hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra, presentando i loro progetti.

E’ il caso di RETROFIT di Agostino Cotesta, un innovativo accessorio post-vendita che, con bassi costi di installazione e manutenzione, consente di trasformare la propria auto Euro 3 o Euro 4 in una vettura ibrida.

Partendo dalla domanda: “Si può educare la creatività?”, Paola Sala e Marianna Brescacin hanno presentato ALTISENSI, una ricerca sperimentale al servizio dell’educazione per elaborare training cognitivi e laboratori il cui obiettivo è sviluppare, seguendo vie originali, le attitudini creative dei bambini.

Restando nell’ambito dell’economia circolare, il progetto TELLER DELLA TERRA di Martina Geroni e Giacomo Losio vuole valorizzare gli scarti per rivoluzionare l’industria della ceramica. Si parte dal recupero presso aziende locali degli scarti, che vengono poi sminuzzati fino a ricavarne un impasto sostenibile con cui creare nuovi oggetti, in un connubio di artigianato, architettura e difesa dell’ambiente.

Per chi invece ama la musica e le esibizioni all’aperto, BUSKERCASE di Andrea Benedetti, Piergiorgio Salciarini, Gabriele Micale e Andrea Sebastiani è la soluzione ideale. Di che cosa si tratta? Soluzioni modulari per montare piccoli palchi acusticamente performanti, autoportanti e facilmente trasportabili. Come dice il claim di presentazione dell’idea: molto più di una scenografia.

Infine, per la lotta alle allergie e alle intolleranze alimentari, ecco ALFI ALLERGEN di Alessia Aillon, Giulia Melli e Chiara Salzone, un piccolo rilevatore di glutine tascabile, facile da usare e rapido.

Fonte: Marco BISCELLA | IlSussidiario.net

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