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L’Amica Geniale arriva in Tv

Dal 27 novembre la serie Tv tratta dalla saga di Elena Ferrante. E’ il fiore all’occhiello della Rai e una vera e propria sfida per il regista Saverio Costanzo che, seppur epistolari, ha avuto numerosi contatti con la misteriosa scrittrice. Intanto negli Usa è già andata in onda, con grandi ascolti, la prima puntata trasmessa in italiano/napoletano sottotitolato in inglese.

Preceduta da una lunga attesa (si parlava di una versione televisiva già nel 2015) e coni primi episodi presentati, niente di meno che al Festival di Venezia lo scorso settembre in anteprima, e poi proiettati  per sole  due giornate nei cinema italiani, arriva in Tv (Rai Uno, otto puntate a partire del 27 novembre) accompagnata da un serrato battage pubblicitario la serie L’amica Geniale. Tratta da un vero e proprio caso editoriale, è sicuramente uno di quei romanzi in cui le parole si prestano particolarmente a diventare immagine. Anche affrontando la sfida di dare un volto ai personaggi del Rione che ne hanno popolato le pagine. Sappiamo che i fan sono davvero esigenti e riuscire ad accontentarli nel loro immaginario  non è cosa facile. I due personaggi principali sono interpretati da Elisa Del Genio (Elena) e Ludovica Nasti (Lila) bambine e Margherita Mazzucco (Elena) e Gaia Girace (Lila) adolescenti. Volti davvero azzeccati. Come lo sono quelli degli altri interpreti.

Si tratta, come era immaginabile, di un vero e proprio evento internazionale. Una maxi produzione tv prodotta da Lorenzo Mieli e da Marco Gianani per Wildside e da Domenico Procacci per Fandango, in collaborazione con Rai Fiction, HBO Entertainment e TimVision. Ma soprattutto: «Un progetto dalla forte identità italiana  e allo stesso tempo internazionale commenta il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta perché intercetta e valorizza alcuni tra i principali punti di forza della linea editoriale del servizio pubblico: lo sguardo femminile sul racconto, il tema del ruolo della donna nella trasformazione della società, il suo difficile percorso di emancipazione, il diritto all’istruzione, la voglia di affrancarsi da un contesto difficile, la rilettura e la riattualizzazione con sguardo originale della Storia del Paese». I quattro romanzi che compongono la saga, pubblicati tra il 2011 e il 2014, hanno avuto un successo inaspettato anche all’estero. Soprattutto negli Usa dove il primo episodio è stato trasmesso in anteprima il 18 novembre, hanno già decretato il successo della trasposizione televisiva della storia: la prima puntata, trasmessa in italiano/napoletano sottotitolato in inglese, ha conquistato 242 mila spettatori..

Una storia raccontata da un punto di vista femminile ma diretta da un bravissimo Saverio Costanzo che ha così risposto ai giornalisti durante la presentazione del 22 novembre: «Non riesco a pensare alle opere in termini di genere. Certamente, non sarei mai stato in grado di scrivere L’amica geniale da uomo. Il fatto che sia maschio, però, non vuol significare matematicamente che non abbia potuto capire il romanzo. Anzi, ho avuto molto coinvolgimento durante la lettura, arrivando a un rapporto quasi fisico con il libro. Per mia formazione, vengo da una famiglia in cui sono stato circondato da donne, alcune anche faticose, mi trovo a mio agio con le eroine, con i personaggi femminili, quindi mi è venuto naturale. Ma sono un maschio, fatevene un ragione…».

Resta infine il mistero che circonda l’identità dell’autrice. Chi è? E’ un uomo o una donna? Ancora nessuna risposta. Ma chiunque sia  ha comunque partecipato alla realizzazione della serie Tv come racconta ancora il regista Costanzo: «Avevo già letto i romanzi quando mi è stato proposto di lavorare all’Amica geniale. Nel 2007 mi ero già messo in contatto con la scrittrice tramite il suo editore, perché avevo provato a prendere i diritti de La figlia oscura, il romanzo precedente. Poi è stata lei a fare il mio nome per questa serie. In verità non volevo più affrontare l’impegno gravoso che comporta la trasposizione di un libro, ma l’occasione era irrinunciabile». E per quanto riguarda i contatti con la scrittrice il regista racconta: «È stata una collaborazione epistolare la nostra. Come tra due persone che lavorano insieme una a Roma e l’altra a Shanghai. Lei è stata sempre aperta. Abbiamo cercato di disturbarla il meno possibile, ma ogni volta che l’abbiamo coinvolta il suo impegno è stato immediato e particolarmente tagliato per il linguaggio cinematografico. Il nostro è stato un rapporto epistolare ottocentesco, diciamo così».

Fonte: FamigliaCristiana.it

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