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“Il mistero della donna” di Jo Croissant, il libro che mi ha davvero cambiato la vita

Quando ero una giovane sposa avevo una madre spirituale, una suora di clausura. Era molto paziente, era capace di ascoltare e adesso che ci ripenso mi rendo conto del fatto che non si stancava di ripetermi sempre le stesse cose, ancora e ancora. Però era anche badessa di un monastero, e anche se forse da fuori non sembra, le badesse hanno proprio un peso enorme sulle spalle, e molto, molto da fare.

Alla decima volta che andavo a lamentarmi delle stesse cose – era la fase in cui stavo scoprendo di avere sposato un essere appartenente a un’altra specie, ed ero sgomenta perché mi sembrava di non capire niente di lui, e che lui non capisse niente di me – arrivò in parlatorio tenendo in mano un libretto fuxia, dell’editrice Ancora. “Tutto quello che sto cercando di dirti, sta qui dentro. Leggi, e non tornare prima di averlo finito”. Era Il mistero della donna. Mi immersi nella lettura e ne rimasi folgorata.

Questo libro mi ha davvero cambiato la vita. È stato il libro che ha trasformato il mio sguardo su me stessa, su mio marito, sulla mia storia, sulle donne in generale.

Io in realtà un po’ mi vergogno a dirlo, e quando mi chiedono quale sia il mio libro preferito cerco sempre di ripescare nella memoria un classico russo, o qualcosa di più attuale e in voga, un Roth o un Houellebecq, a seconda dell’interlocutore. So che se dicessi che è Jo Croissant che mi ha rapito il cuore, con il suo linguaggio semplice, senza pretese, non avrei certo l’aura di una esperta di alta letteratura.

Ma la verità è che questo che avete fra le mani è il mio libro feticcio.

Da quel pomeriggio in cui la madre me lo consegnò, dopo averlo divorato, letto, riletto e sottolineato, ho cominciato a farne incetta e a regalarlo a tutte le mie amiche, sebbene allora avessi pochissimi soldi e anche le poche migliaia di lire necessarie erano uno sforzo per noi a quei tempi: pensavo che avrebbe salvato delle vite e valeva la pena dar fondo alle risorse. Era come tendere un salvagente a chi stava affogando. Comprai tutte le copie che trovai a Roma e a Perugia. Poi cominciarono a dirmi che era esaurito, e che non si sarebbe più stampato. Allora distribuita l’ultima copia, fotocopiai la mia, la regalai alla mia amica Patrizia, e io rimasi con un fascicolo di fotocopie, quello che tengo tuttora fra le mani. Telefonai anche alla casa editrice per cercare di convincerli a ristamparlo, ma non mi presero minimamente in considerazione (non avevo scritto ancora niente, tranne le liste della spesa, e non mi conosceva nessuno).

Questo libro ci fa più belle, perché ci ricorda quale sia il nostro vero ruolo, ci rende orgogliose di essere donne. Ci racconta quali sono le ferite con cui possiamo trovarci a dover fare i conti, anzi la ferita originaria che ci segna tutte. Ci indica la luce e la via da percorrere. È proprio la voce di un’amica che ti telefona in una sera di inverno, quando sei stanca e il pensiero di ricominciare domani ti sembra insostenibile, quando ti assale la certezza che quello che stai facendo non serve a niente, perché fai sempre gli stessi errori e ti pare di non progredire mai. È il manifesto antifemminista per eccellenza, però non è mai anti, perché l’autrice sa scorgere con dolcezza quali sono le trappole in cui le donne sono cadute negli ultimi decenni, e si china su queste sorelle ferite con amore. È il missile che punta con precisione atomica il centro del centro del male che ha colpito la fonte della vita nella nostra cultura.

È il libro più audace, rivoluzionario e coraggioso che abbia mai letto dopo il Vangelo.

Grazie, grazie, grazie al curatore della collana Uomovivo, Giuseppe Signorin, che ha ascoltato il mio grido di aiuto e ha deciso di investire in questa impresa, e grazie a Giovanni Marcotullio che lo ha tradotto sicuramente migliorandolo.

Finalmente posso ricominciare a lanciare giubbotti di salvataggio a tante donne che stanno per affogare. E una donna salvata moltiplica salvezza, vita e gioia intorno a sé. Quindi grazie anche da parte degli uomini e dei bambini affidati alle donne che lo leggeranno.

Fonte: blogCostanzaMiriano.com

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