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La valigia dei libri per le vacanze

Ho chiesto a mio marito di seppellirmi con una torcia accanto, la bara foderata di libri, nel caso fossi in ritardo anche da morta – come per ogni altro impegno della mia vita – e finissi per chiudere gli occhi qualche ora dopo il termine fissato per me. Nel caso, userei quell’avanzo per cercare di onorare un po’ dei miei impegni inevasi. Alcuni di questi sarebbero certamente i libri che devo ancora leggere. Una montagna sono quelli che ho comprato e che giacciono in attesa: non mi pento di averlo fatto, perché a volte i libri spariscono dalla circolazione (sto cercando quelli di Beauchamp e non so se riuscirò a trovarli).

Ma molti, molti di più sono quelli che mi arrivano perché qualcuno – l’autore, più spesso la casa editrice, a volte qualche amico dell’autore – mi chiede di leggerli e di parlarne qui sul blog. Alcuni mi hanno educatamente chiesto se potevano disturbarmi con una copia omaggio, e io, sì, certo, ho risposto, leggerò e ne scriverò, ho detto con certezza ed entusiasmo e buona fede. Ero convinta sinceramente che lo avrei fatto. Perché il tema mi interessa, perché stimo l’autore, perché voglio sinceramente aiutarlo a farsi conoscere. Poi i giorni passano, le settimane, i mesi, e i libri si accumulano. La colite prende dimora in me – per significare in modo inequivocabile i miei sensi di colpa – e il mio ritardo mi segue come un grosso, grasso mammut peloso e rumoroso, che mi redarguisce ogni volta che faccio qualcosa di non strettamente legato alla sopravvivenza: perché stai leggendo quel romanzo mentre c’è il libro di xxx che ti aspetta? Così finisce che non leggo né il romanzo né il libro che dovrei, e nei sette minuti che avrei potuto dedicare alla lettura fisso un punto nel vuoto o guardo video di gente che corre mentre ingerisco cibi insulsi.

Bene, ho deciso che all’inizio dell’estate svuoterò la mia scrivania, è davvero ora: i libri che non mi interessano li regalo in parrocchia, quelli che mi interessano li metto sul comodino o in valigia. Di nessuno o quasi riuscirò a fare una recensione come vorrei o come merita, ma poiché il meglio è nemico del bene, cominciamo almeno parlandone brevemente.

Ecco i libri della mia lista per l’estate.

Il primato della contemplazione di Thomas Merton (emi) ha alcune pagine sorprendenti per intelligenza e profondità, ma quello che mi ha folgorato – si tratta di una raccolta di scritti inediti, tradotti per la prima volta in italiano – e che dovrò leggere e rileggere è un articolo del 1948, La contemplazione su una sedia a dondolo, e riguarda un tema su cui sto meditando, faticosamente, da parecchio, cioè la costante tentazione che abbiamo noi borghesi di addomesticare il Vangelo, di evadere la richiesta di radicalità. “Non possiamo scendere a compromessi con la nostra eredità borghese perché il compromesso è proprio il suo gioco, e non possiamo sfidare il mondo sul suo stesso campo”.

Sono giovani i santi. Verso il Sinodo sui giovani di Gianluigi Pasquale (La fontana di Siloe) mi ha fatto compagnia la settimana scorsa durante una lunga attesa al Pronto Soccorso con una figlia che aveva ritenuto opportuno lanciarsi dal letto a castello in punta dei piedi – nessuna frattura – e la chiamata dell’ortopedico mi ha interrotto mentre leggevo di quando il giornalista della BBC che aveva intervistato Madre Teresa si convertì al cattolicesimo perché le immagini che aveva girato con una luce insufficiente, sicuro che sarebbero state inutilizzabili, in saletta di montaggio si rivelarono luminosissime. Era lei che illuminava più di mille led con la sua anima. Nel libro tredici ritratti di santi, alcuni a me sconosciuti come Andrea Giacinto Longhin e Joseph Freinademetz.

Family mandi Edoardo Tincani (La fontana di Siloe) è, come dice il sottotitolo, il Diario semiserio di un marito cristiano cinque volte papà, ed è per me una boccata di ossigeno: è un sollievo finalmente ascoltare una voce maschile parlare di famiglia e vacanze e foto e giretti sotto casa e ragazzi da distogliere dalla tecnologia. Sono cose su cui di solito mi confronto con le amiche mamme, e il punto di vista maschile mi è preziosissimo.

Io, cristiana Per amore e per ragione di Monica Mondo (San Paolo) ho continuato a spostarlo per un anno nella pila dei libri in attesa, per rimetterlo sempre in prima posizione. Intanto perché stimo Monica incondizionatamente, poi perché è mia amica, infine perché ha una copertina che mi mette allegria. Alla fine mi sono decisa a leggerlo: ho trovato geniale la scelta di concludere ogni capitolo con una storia che rafforzasse le idee esposte. Un libro non proprio da spiaggia, tanto è scritto col bisturi, ma necessario: siate pronti a dare ragione della fede che è in voi. Be’. Monica è stata prontissima.

Come cera in mano a Dio Docili allo Spirito con San Francesco di Sales di Paolo Mojoli (Velar) è un corso di esercizi spirituali sul discernimento secondo la spiritualità salesiana, anche secondo l’attualizzazione di san Giovanni Bosco. Anche questo non un libro da spiaggia, ma da leggere con calma: ci sono anche i compiti, capitolo per capitolo. Da tenere pronto per quando i figli si decideranno a riaprire quegli strani oggetti chiamati libri per metterci accanto a loro a studiare anche noi qualcosa.

La cura è relazione Storie di assistenza domiciliare di Fabio Cavallari (Lindau) è uno di quei libri che forse non avrei neanche aperto (era tipo il numero sei che mi arrivava in una settimana) se non ne avessi conosciuto l’autore, incontrato a una premiazione insieme a Paola Bonzi. Mi aveva colpito la sua passione per la fragilità, così mi sono messa a sfogliarlo, e invece che cestinarlo temo che dovrò leggerlo tutto perché è pieno di storie intimissime, le mie preferite: parla di come una sofferenza genera relazioni, amore. O meglio, di come l’amore curi la sofferenza. Ti fa entrare nelle case, nelle storie più intime, nei dolori più segreti, ma lo fa con delicatezza e pudore.

Il cattolicesimo spiegato a mio nipote che fa il liceo di Rino Cammilleri (Cantagalli) mi ha convinta alla lettura perché sfogliandolo mi sono imbattuta in questo passo: “Senti zio, forse ti deluderò, ma io di tutte queste nostre conversazioni sulla religione ho capito una cosa. Senza che lo abbiamo chiesto siamo stati espulsi dall’utero materno e scaraventati in questo porco mondo, che è, come dici, valle di lacrime. Se cerchiamo di alleviare il nostro soggiorno, quel che abbiamo a disposizione per consolarci o è peccato o fa male alla salute. L’unica cosa che ci rimane, per non finire peggio, è gridare tutto il giorno “Signore salvaci”… è questa la prospettiva che il tuo cattolicesimo mi propone?” Sono proprio curiosa di vedere come se la cava.

Il libro di Silvana De Mari, Arduin il rinnegato, (Ares) non è il mio genere, lo ammetto. Non amo il fantasy, o più esattamente non lo conosco. Non ho letto neanche Il Signore degli anelli (è una delle lacune che spero di colmare, casomai sarà di quelli che mi fodererà la bara; so che mi giocherò qualche amicizia per questa confessione), ma stimo moltissimo Silvana, per cui ho deciso che lo leggerò con le mie ragazze sotto l’ombrellone. Cioè, lo so, finirò per leggerlo da sola, a voce alta, come una scema, ma a volte funziona, le ragazze qualche parola la sentono e poi tornano indietro incuriosite chiedendo come vada a finire. Sarà il mio modo di stare in trincea vicino a Silvana, che combatte in prima linea beccandosi le botte anche per noi.

Sempre sul mio tavolo da quando l’ho ricevuto in regalo è invece  il Dizionario elementare del pensiero pericoloso, (IdA, Istituto di Apologetica), a cura di Gianpaolo Barra, Mario A. Iannaccone, Marco Respinti. Ogni tanto, quando mi sento particolarmente isolata (succede se apro i giornaloni online), mi leggo come fanno a pezzi Umberto Veronesi, Greenpeace, Osho, Odifreddi, l’Onu, Augias, Alberigo… Oltre duecento voci – persone o organizzazioni – che peraltro sono altrove spesso idolatrate. Un libro che somiglia a una scatola di cioccolatini. Sollievo. Piacere puro. E non fa ingrassare: perfetto per la prova bikini.

Geniale, breve ma davvero preziosissimo il libro di don Ugo Borghello, L’amore romantico contrastato, Il killer dell’amore per sempre. Da distribuire a decine di copie a tutti i nostri amici in crisi, ai conoscenti, ai passanti. Don Ugo si conferma un incredibile conoscitore dell’animo umano, credo grazie a una grande cultura potenziata da decenni di ascolto, direzione spirituale, vita di confessionale, un servizio fatto con amore e grande intelligenza. Il libro cerca di disinnescare il grande inganno di cui è imbevuta tutta la cultura occidentale, che vuole l’amore un fatto soprattutto di romanticismo. E quando l’emotività trova un ostacolo si intestardisce, e cresce, fino a volte a travolgere tutto, mettendo anche a rischio relazioni stabili, famiglie. È che quando ci si è dentro è difficilissimo uscirne. Il libro di don Ugo fornisce gli strumenti per agire prima che sia troppo tardi, adottare strategie, conoscere, prendere consapevolezza. Per esempio anche rileggendo la propria storia passata per capirla meglio (nel capitolo Emotività disturbata l’elenco di otto tipi di partner scelti per un motivo sbagliato: il naufrago, il sostituto, la stampella, lo specchio, il piedistallo, il portafoglio, il rifugio o il complice: molto, molto interessante).

Altro libro da tenere sempre sul tavolo come il Dizionario del pensiero pericoloso è il Compendio della teologia del corpo di Giovanni Paolo II, a cura di Yves Semen (edizioni Ares). Con il nome di teologia del corpo indichiamo un complesso di 135 catechesi che il Papa tenne per cinque anni, i primi cinque del suo pontificato, circa settecento pagine di testo che erano già pronte quando Wojtyla venne eletto, ma a cui volle dare dignità di magistero pronunciandole come catechesi e non pubblicandole come un suo libro. Un materiale piuttosto vasto, dunque, in cui ci si orienta sicuramente molto meglio grazie a questo Compendio, e grazie anche al glossario alla fine e allo schema dettagliato per argomenti, che indica dove andare a cercare la catechesi sul tema che ci interessa, in quella miniera d’oro che è il sito della Santa sede (w2.vatican.va): nel Compendio la data esatta, basta digitarla ed esce il testo completo dell’udienza.

Infine, in partenza con noi per le vacanze Il gioco dell’amore 10 passi verso la felicità di coppia di Robert Cheaib (tau editrice). Se ha un difetto, questo manuale per insegnare ad amarsi di più e difendersi dalle insidie e dalle trappole dell’amore, è di essere troppo ricco. Pieno di intuizioni interessanti, pieno di sottolineature da fare e di cose da imparare, da segnare su post it appesi al frigo. Da leggere con calma e applicare con pazienza. Il compito che mi prendo, come antidoto al mio istinto a lamentarmi con mio marito (quando qualcosa non va alzo il telefono e mi sfogo con lui): ricordare che “la coppia non è una sputacchiera” e che, in un senso che vi spiegherà il libro quando lo leggerete, si può stare insieme una vita se “non si è sinceri con le proprie emozioni”. Sorprendente ma vero.

Fonte: BlogCostanzaMiriano.com

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