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Benedetto XVI: con Francesco continuità pur nelle differenze

Una lettera personale di Benedetto XVI; a renderla pubblica il prefetto della Segreteria per la comunicazione, monsignor Viganò

a teologia di papa Francesco esiste eccome. Parola di Benedetto XVI, per il quale l’attuale Pontefice «è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica». E sbaglia dunque chi sostiene il contrario. Il Papa emerito ha scritto una breve ma significativa lettera a monsignor Dario Edoardo Viganò in occasione della presentazione della collana “La Teologia di Papa Francesco”, pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana. Ed è stato lo stesso Prefetto della Segreteria per la comunicazione, che della collana è l’ideatore, a renderla nota nella sede della Radio Vaticana, durante l’incontro con la stampa.

«Plaudo a questa iniziativa – scrive Benedetto XVI in riferimento alla collana – che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi». «I piccoli volumi – aggiunge Benedetto XVI – mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento».

Il Papa emerito ringrazia di aver ricevuto in dono gli undici libri scritti da altrettanti teologi di fama internazionale che compongono la collana curata da don Roberto Repole, presidente dell’Associazione Teologica Italiana, presente insieme con il cardinale Walter Kasper all’incontro, mentre l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, non è potuto intervenire a causa di una lieve indisposizione, ma ha comunque mandato il suo testo letto dal sottosegretario dello stesso dicastero, don Matteo Visioli. Secondo Kasper la teologia di papa Francesco è di tipo profetico.

«Una profezia che parla con le parole, ma anche e soprattutto con i gesti». Egli annuncia «un tempo di misericordia, particolarmente propizio in un periodo storico segnato da brutale violenza, dal dominio del “dio-denaro” e dalla globalizzazione dell’indifferenza». Questa “rivoluzione” introduce perciò, ha aggiunto il porporato, «una mistica dagli occhi aperti ai bisogni del fratello, associata a una antropologia che coniuga storicità e trascendenza dell’uomo».

Papa Bergoglio «non è dunque un liberale, ma un radicale». Va cioè alla radice del Vangelo e invita gli uomini a «lasciarsi guidare dalla pedagogia di Dio».L’accento sulla misericordia, come vero nome di Dio, è stato posto anche dall’intervento di Ladaria, mentre Repole ha ricordato, come il magistero del Papa possa essere letto come un discernimento sulla cultura tardo-moderna del nostro tempo, per recepirne, proprio come ha insegnato il Concilio, gli aspetti positivi e criticarne profeticamente quelli inconciliabili con il Vangelo.

L’esempio tipico è quell’autonomia dell’uomo, che «è positiva quando porta a collaborare con Dio» nell’opera della salvezza, ma diventa dominazione tecnocratica, se sganciata da questa collaborazione.Durante l’evento, il nuovo responsabile editoriale della Libreria Editrice Vaticana, fra Giulio Cesareo, ha precisato che sono in corso trattative con editori di tutto il mondo. Fino ad ora, sono stati siglati accordi per la distribuzione della collana in inglese, spagnolo, francese, portoghese, polacco e romeno.

Fonte: Mimmo Muolo | Avvenire.it

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