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Spiritualità. Il percorso di Fabio Rosini per dialogare con Dio

Nel suo nuovo libro il biblista romano parte dalla Genesi per spiegare il vero discernimento: non un insieme di tecniche ma una relazione intima e quotidiana con il Padre.

C’è una sapienza tutta evangelica per cui il cristiano non è colui che non cade mai, ma colui che si rialza sempre. Tanto più se nella vita ci si imbatte in compagni di viaggio più avanti nella fede capaci di farci sollevare lo sguardo e riprendere il cammino. Chi conosce don Fabio Rosini sa che le sue catechesi, le sue omelie o i suoi commenti radiofonici al Vangelo hanno il potere di non lasciarti mai indifferente. Si spiega così anche il successo avuto dal percorso sui Dieci Comandamenti pensato per i giovani e adulti nell’ormai lontano 1993 e oggi diffuso in tutt’Italia. Il talento da predicatore e la confidenza con le Scritture del sacerdote e biblista romano si colgono anche nel secondo libro che porta la sua firma: dopo Solo l’amore crea, ecco L’arte di ricominciare, entrambi pubblicati dalle edizioni San Paolo.

Un volume in cui Rosini confessa al lettore di aver sconfitto un carcinoma nel 2012 e di aver chiesto aiuto in quei giorni a una “santa” dei nostri giorni, Chiara Corbella Petrillo: la luminosa ragazza romana, di soli 28 anni morta per aver rimandato le cure che avrebbero potuto salvarla dal tumore, pur di portare a termine la gravidanza del suo bimbo. Don Fabio che la conosceva bene, rivela: «Nel suo stile, non mi ha ottenuto neanche una virgola di riduzione del dolore. Mi ha ottenuto molto di più. Mi ha ottenuto il dono di ricominciare». Ecco allora dove nasce questo libro che propone un suggestivo percorso per ritrovare se stessi e cambiare rotta. Un viaggio che risale alle origini di tutto: i passi della Genesi relativi alla Creazione diventano la mappa per comprendere il vero “discernimento”. Non un insieme di tecniche, ma un dialogo intimo e quotidiano con Dio. Una relazione non con una divinità astratta ma con il Padre, l’autore della vita, che si è reso visibile nel suo Figlio, Gesù di Nazaret. In questo rapporto si gioca la nostra esistenza e il nostro destino.

Avere come modello Cristo è la chiave per superare anche i traumi o le umiliazioni della vita, perché smontano il nostro orgoglio e ci aprono ad accogliere i disegni del Padre, capace di «trarre il bene dal male, la vita dalla polvere». Un’adesione non moralistica, ma da veri innamorati, riconoscenti per chi ci ha amato fino a dare la propria vita. Del resto scrive don Fabio «solo l’amore spiega la nostra esistenza» e non a caso siamo nati per entrare in relazione con gli altri e con Dio. Ecco perché lo scopo del discernimento non è arrivare a «capire chi sono» ma «per chi sono». È un libro che riesce a parlare al cuore di tutti, uomini e donne, religiosi, sposi e genitori perché il punto di arrivo è la «fecondità, cioè la vita altrui: che qualcuno esista a causa tua, che qualcuno cresca a causa tua, che qualcuno sia felice a causa tua. Questa è la domanda ultima, quella che mi farò prima di morire: ho dato la vita per qualcuno? Ho dato felicità vera a qualcuno? Quella mi inchioderà, mi dirà la verità della mia esistenza».

Fonte: Antonio Giuliano | Avvenire.it

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