ROMA – “La decisione di assumere al San Camillo di Roma medici dedicati all’interruzione di gravidanza, impedendo loro dunque l’obiezione di coscienza, “snatura l’impianto della legge 194 che non aveva l’obiettivo di indurre all’aborto ma prevenirlo. Predisporre medici appositamente a questo ruolo è una indicazioni chiara”. A parlare è Don Carmine Arice, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, che sottolinea: “Non si rispetta un diritto di natura costituzionale quale è l’obiezione di coscienza”.

A sostegno della sua tesi Don Arice aggiunge: “Il ministero della Salute ha fatto recentemente un’indagine appurando che il numero di medici non obiettori risulta sufficiente per coprire ampiamente la domanda” di interruzioni volontarie di gravidanza. “Tutto questo fa molto dubitare sulla bontà di questo provvedimento”.

Un tema quello dell’assunzione nell’équipe di interruzione volontaria di gravidanza dell’ospedale San Camillo-Forlanini, che fa discutere e che spinge a intervenire il ministro della Salute Beatrice Lorezin. “È evidente che abbiamo una legge, che non prevede questo tipo di selezione. Prevede invece la possibilità, qualora una struttura abbia problemi di fabbisogno, per quanto riguarda singoli specifici servizi, di poter chiedere alla Regione di attingere anche in mobilità da altro personale”, dice Lorezin. “Non bisogna esprimere pensieri, ma semplicemente rispettare la legge, in cui l’obiezione di coscienza è rispettata nel nostro Paese. Tra l’altro quando si fanno assunzioni e concorsi non mi risulta che ci siano parametri che vengono richiesti” ha aggiunto il ministro a margine di un incontro a Bruxelles.

Per il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, “l’obiezione di coscienza è garantita al 100%: per rispettare l’applicazione è stato promosso un bando per due unità di personale su oltre 2.200 operatori del settore, in un servizio strettamente finalizzato a operare richieste di interruzione di gravidanza. Chi legittimamente è obiettore non ha partecipato a questo bando e potrà portare le sue professionalità in altri campi del servizio sanitario e dello stesso Dipartimento della salute della donna e del bambino”.

“Sull’interruzione di gravidanza, per quanto riguarda la prevenzione, l’applicazione della legge 194 nel Lazio funziona: dal 1987 si è passati da 21.274 casi di interruzione di gravidanza a 9.617 nel 2015, con una riduzione del 55%. In questo contesto, comunque positivo, l’obiettivo è garantire la piena applicazione della legge. Sia per quanto riguarda i diritti della salute delle donne, quindi anche nella pratica dell’interruzione di gravidanza, sia per gli strumenti di prevenzione previsti dalla legge 194. Compito istituzionale della Regione è applicare una legge dello Stato, la 194, nella sua interezza” contina Zingaretti.

Nelle prossime settimane due dirigenti-medici entreranno nell’équipe di interruzione volontaria di gravidanza dell’ospedale San Camillo-Forlanini, uno dei più grandi della Capitale, ma soprattutto punto di approdo (spesso ultimo) per migliaia di donne che arrivano da tutta la Regione. E il fatto che questa decisione possa essere un’apripista per altre strutture sanitarie “è un timore – sottolinea don Arice -. Ma io spero che i medici dicano con coscienza e con autorevolezza la loro opinione, perché sono loro i primi ad esser colpiti da questa decisione”.

La Lombardia però non seguirà l’esempio del Lazio. Così indica la Lega Nord al Pirellone, il partito del governatore Roberto Maroni. “L’idea di fare un concorso riservato ai ‘ginecologi non obiettori’, seguendo le orme della Regione Lazio, ci vede fortemente contrari”, dicono il capogruppo, Massimiliano Romeo, e Fabio Rolfi, presidente della Commissione Sanità. “Siamo in linea con il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, che sostiene come si debba fare quanto possibile per evitare.e prevenire la pratica abortiva; non si può pensare che Regione Lombardia si metta a selezionare i ginecologi, come qualsiasi altro medico, sulla base di convinzioni etiche personalissime” proseguono, “la strada intrapresa dalla Regione Lazio è sbagliata e pericolosa”.