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I dubbi e le risposte. Il Papa ha già chiarito

Le cinque questioni sollevate da quattro cardinali sui divorziati risposati sono già risolte dai testi. I documenti sinodali bastano a spiegare i percorsi da seguire

Qualche mese fa quattro noti porporati che per ragioni d’età sono ormai liberi da incarichi ufficiali – Walter Brandmüller, Raymond Burke, Carlo Caffarra e Joachim Meisner – hanno inviato al Papa una lettera in cui esprimono quelli che in linguaggio canonico si definiscono dubia – cioè dubbi – a proposito dell’Amoris laetitia. (ECCO IL TESTO) In particolare sul capitolo VIII dell’Esortazione, intitolato Accompagnare, discernere e integrare le fragilità. Le cinque questioni affrontano da aspetti diversi lo stesso tema, quello appunto della comunione ai divorziati risposati, coinvolgendo il delicato rapporto tra magistero della Chiesa, moralità degli atti e coscienza personale.

E, secondo tradizione e normativa ecclesiastica, le domande sono formulate in modo tale che il Papa possa rispondere con un sì o con un no. Non si tratta, evidentemente, di un obbligo. E infatti Francesco, almeno per ora, decide di non rispondere. I quattro cardinali intendono la mancata risposta come «invito a continuare la riflessione e la discussione, pacata e rispettosa». Così rendono tutto pubblico e alimentano, soprattutto su alcuni siti dove sembra che lo sport preferito sia il tiro al bersaglio all’Amoris laetitia, una ridda di interpretazioni fantasiose (poco) e strampalate (tanto).

Nessuno però che si sia posto le domande che sembrano contare davvero. Ma davvero il Papa non ha già risposto alle questioni poste dai quattro cardinali? Le domande poste investono un tema che negli ultimi tre anni è stato affrontato da due Sinodi dei vescovi, da due consultazioni universali e, da ultimo – ma solo da ultimo – da un’Esortazione postsinodale: è l’intera Chiesa ad aver affrontato e discusso anche il tema della riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati. E le risposte sono arrivate, eccome.

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Abbiamo individuato almeno quattro fonti (Relazioni dei circoli minori, Relazione finale 2015, la stessa Amoris laetitia e la lettera dei vescovi di Buenos Aires con relativa risposta del Papa). Sintetizziamo qui sotto per chi abbia voglia di leggere e di rendersi conto che non solo il Papa, ma la Chiesa tutta, con un respiro sinodale, ha già indicato con chiarezza la strada da percorrere. E anche i quattro cardinali, che sono persone di grande intelligenza e cultura, non possono non aver capito. E coloro che hanno usato l’iniziativa dei porporati per ingiuste polemiche contro il Papa e la Chiesa potrebbero, con un piccolo sforzo e un minimo di onestà intellettuale, documentarsi.

Ecco le risposte ai “dubbi” dei quattro porporati attraverso i documenti

LE RELAZIONI DEI CIRCOLI MINORI
Nove su 13 favorevoli all’opzione discernimento

Il tema dei divorziati risposati è stato affrontato dai Circoli minori nella terza parte della discussione, durante il Sinodo dello scorso anno. In modo molto sintetico, possiamo dire che nove circoli – la netta maggioranza – si sono detti favorevoli alla possibilità di approfondire la proposta della cosiddetta via penitenziale o di mettere comunque a punto percorsi finalizzati all’integrazione nelle comunità dei divorziati risposati. Due hanno espresso contrarietà. Due hanno visto prevalere una posizione interlocutoria. Il circolo “francese A” ha sottolineato che, sulla questione «i vescovi, ognuno nella sua diocesi e nella comunione di tutta la Chiesa, sono chiamati a un discernimento responsabile» (che è quanto poi dice AL 300). Nessuna apertura dal circolo “francese B”, favorevole «al mantenimento della disciplina attuale».

Contrarietà anche dal circolo “inglese C”, mentre inglese “A” e inglese “D” non hanno espresso posizioni chiare. Posizioni più dialoganti, nettamente caratterizzate dalla volontà di non chiudere la porta ai divorziati risposati, sono venute dal circolo “francese C, dai tre circoli italiani, dai due spagnoli e dal circolo di lingua tedesca. In particolare è il caso di mettere in luce quanto emerso nel circolo “Italiano C” (moderatore Bagnasco, relatore Brambilla), dove è stata sottolineata l’esigenza «di discernere in foro interno sotto la guida del vescovo le singole situazioni con criteri comuni secondo la virtù di prudenza, educando le comunità cristiane all’accoglienza». Sottolineature quasi identiche nel circolo “Italiano A” (moderatore Montenegro, relatore Arroba Conde) e nell’”Italiano B” (moderatore Menichelli, relatore Piacenza).

Fonte: Avvenire.it

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