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MILANO – La Misericordia e la libertà: la lectio magistralis del cardinale Scola in Cattolica

Ho visto tante riflessioni nel corso di quest’anno sul rapporto misericordia/giustizia. Ne ho viste invece pochissime sul rapporto misericordia/libertà. Invece le tre categorie, secondo me, o sono tenute insieme o non si riesce a sciogliere il dilemma ultimo di come sia compatibile questa iniziativa prioritaria di Dio colla libertà dell’uomo”: è da qui che lo scorso 11 novembre ha preso le mosse a Milano la lezione magistrale con cui il cardinale Angelo Scola ha aperto all’Università Cattolica il convegno sul tema “Educati dalla Misericordia. Un nuovo sguardo sull’umano”, che aveva luogo non a caso a pochi giorni dal termine del giubileo della Misericordia. A partire da questa acuta e nient’affatto rituale osservazione Scola ha poi proceduto in quello che è certamente stato uno dei suoi più significativi tra i suoi interventi sul tema. La video-registrazione testuale della lectio – reperibile su Youtube – merita perciò di venire attentamente ascoltata.

Senza la pretesa (di cui quindi non c’è alcuna necessità) di offrirne qui un riassunto completo, ci limitiamo a rievocare in questa sede alcuni dei passaggi-chiave di tale lezione, con la quale il Cardinale ha inteso appunto approfondire l’intreccio irrevocabile tra misericordia, libertà e giustizia. Sottolineando che “la giustizia mette in campo innanzitutto la libertà dell’uomo perché domanda la sua capacità di decidere” Scola ha continuato affermando che “occorre liberare la categoria di misericordia dal ricorrente rischio di banalizzazioni per restituirle il suo pregnante statuto teologico e antropologico”.

“Dio non può essere  parziale”, ha detto il Cardinale, “ossia arbitrario nel suo giudizio. Chi fa il bene fa il bene, chi fa il male fa il male”. La libertà che Dio ha dato all’uomo perciò stesso lo vincola. Quando si parla di misericordia di Dio di questo non ci si può dimenticare. In tale quadro, che perciò implica il giudizio, la misericordia di Dio si configura come il suo modo di assumere “le conseguenze serie dell’esercizio umano della libertà”. A questo cruciale passaggio del suo discorso, che la video-registrazione ci restituisce in tutto il suo fondamentale rilievo, e che invece resta un po’ in ombra nelle sintesi finora disponibili, segue un’analisi della situazione contemporanea che vede gli uomini assorbiti da compiti così numerosi e così assorbenti da impedire loro  di “essere presenti a sé” e di “stare faccia a faccia con l’altro”. Scola non esita a dire che si tratta “quasi una caduta nella vita animale (…)” di “una perdita dell’umano pur in una situazione di nostalgia del bene”. Ne deriva un’ “esperienza di vuoto che non di rado attanaglia il nostro cuore di uomini post-moderni”. Conseguente “Ci è dunque sbarrata la strada al compimento di felicità, generatore inestinguibile della libertà dell’uomo?”. La cronaca, osserva il Cardinale, sembrerebbe confermare la risposta affermativa. Ma è proprio allora che «”Incipit Misericordia”, che inizia la Misericordia».

La pretesa cristiana, riannunciata incisivamente nell’Anno della Misericordia, riscatta e compie «l’economia della libertà». La Misericordia, afferma Scola non è successiva al pentimento, “ma anzi lo precede, suscitando nel cuore dell’uomo una domanda che non si può eludere. Fonda allora la libertà in quanto rende possibile la consapevolezza della propria imperfezione”. Si creano allora le condizioni per il pentimento e per la domanda del perdono di cui è prototipo la parabola del Figliol Prodigo o del Padre Buono come adesso, ironizza il Cardinale, pare sia di rigore definirla.  E’ a questo punto che la libertà viene abbracciata dalla Misericordia. Che cosa è allora il perdono? Non è “far finta di nulla”: chi perdona vede bene la gravità del torto subìto e non lo sottovaluta, ma non cessa di amare cercando di imitare Gesù. Così, l’abbraccio del Padre, che è esercizio infinito di amore, rigenera ciò che è propriamente umano”.

«Misericordia e libertà sono co-protagoniste della storia, del destino personale di ciascuno di noi (…).Il Cardinale arriva così al cuore e alla conclusione della sua Lectio. «Il dialogo tra la Misericordia e la libertà è il contenuto permanente dell’esistenza di ogni uomo. La Misericordia del Padre suscita e accompagna la libertà umana qui, ora e sempre. Il perdono di Dio in Cristo, perciò, non è solo tenera cura, ma forza dirompente di Grazia, capacità reale di riscattare la vita umana attraverso la potenza vittoriosa di un amore che convince i cuori, perché vince il male con il bene e muove la libertà alla conversione”. Questo ci dà buoni motivi per non spaventarci per quanto abbiamo di fronte. La tenerezza di Dio e la Sua onnipotenza di salvezza sono all’opera nel mondo oggi. “Ecco perché non dobbiamo avere alcuna nostalgia del passato e vivere, in un’angoscia debilitante, i problemi del presente”, conclude Scola. In ogni momento e in modo misteriosamente efficace, la Misericordia raggiunge tutti gli uomini che fanno l’esperienza della fragilità e della colpa(…)”. Una lectio insomma davvero magistralis che aiuta a mettersi al riparo dalla pressione deformante di una certa cultura “laica” cui la misericordia testimoniata dalla Chiesa fa anche comodo, ma solo a patto di ridurla a un generico e zuccheroso “volemose bbene”.

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