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LA SPEZIA – Domenica solenne celebrazione in cattedrale: il vescovo Palletti chiuderà la “porta santa”

 

Tra poco si conclude l’anno santo della Divina Misericordia. Ma la misericordia del Padre non finisce, e continuerà a diffondersi nelle nostre vite. Bisogna continuare a chiedere che tale misericordia sia efficace per noi e per chi non si è ancora reso conto della necessità di aprirsi ad essa»: queste parole, pronunciate dal vescovo Luigi Ernesto Palletti lunedì sera, al termine della processione per le vie cittadine, hanno avviato il percorso conclusivo del Giubileo.

A livello diocesano, secondo le indicazioni della Santa Sede, la conclusione avrà luogo domenica prossima, con una sola celebrazione.

Tutti sono dunque invitati ad intervenire alla Messa che il vescovo presiederà alle 15.30 nella cattedrale di Cristo Re. Nel corso del rito verrà chiusa la “porta santa”. Sarà possibile utilizzare uno speciale annullo filatelico. In diocesi, anche in questa parte finale, l’anno santo acquista un forte connotato mariano: molto bello, con quasi duecento persone presenti, è stato il pellegrinaggio cittadino del 31 ottobre, ultimo giorno del mese del Rosario, citato all’inizio.

E intanto proseguono i pellegrinaggi mariani di ogni primo sabato del mese.

Si è svolto a Roma il Giubileo delle corali. Vi hanno partecipato i cori parrocchiali di Ceparana, di Pian di Follo e di Bottagna, accompagnati da don Pietro Milazzo e don Manrico Mancini. Il primo giorno c’è stato un convegno sulla musica nella liturgia e sul ruolo dei cori parrocchiali.

Il Papa, nell’udienza del sabato, ha invitato al dialogo, quale unica via per la pace, percorso favorito proprio dall’universalità della musica. Tanta emozione infine al pomeriggio quando i cori presenti (ottomila persone), insieme al coro diocesano di Roma e all’orchestra “Fideles amati”, diretti da monsignor Marco Frisina, hanno dato vita ad un concerto dedicato a san Giovanni Paolo II, del quale ricorreva la festa.

Grande commozione hanno suscitato le parole del suo segretario personale. Carmela Benevento, insegnante e corista, al suo rientro ha così commentato: «E’ stata una bella esperienza di fratellanza tra noi, ed ora vogliamo fare nostre le parole ascoltate: “cantare amantis est”, cantare è proprio di chi ama».

Fonte: Avvenire/LaSpezia

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