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Utero in affitto, asse trasversale in Parlamento

Destra e sinistra unite contro l’utero in affitto. Nel parlamento italiano sta prendendo forma un asse che attraversa tutte le sensibilità politiche e che vuole battersi per la dignità delle donne e il diritto del bambino ad non essere trattato come un prodotto commerciale. Oggi, alle ore 12, presso la sala Nassiriya del Senato si terrà la prima conferenza stampa per un fronte comune contro la pratica dell’utero in affitto, in Italia e nel mondo.
Promosso dall’Associazione ProVita onlus, rappresentata dal presidente Toni Brandi, l’incontro vedrà la presenza delle Senatrici Laura Bianconi (NCD), Maria Rizzotti (FI) e Donella Mattesini (PD). Alla conferenza stampa saranno presentate alcune importanti iniziative, politiche e mediatiche, per fare fronte comune contro l’inumana pratica della maternità surrogata. La Nuova Bq ne ha parlato con il promotore Tony Brandi
Dott. Bradi perché l’evento di oggi sarà una tappa decisiva per la lotta all’utero in affitto in Italia?
“L’evento di oggi rappresenta un’occasione unica, perché dopo numerosi sforzi siamo riusciti a mettere insieme rappresentati politici di diversi partiti. Parteciperanno anche la giornalista Monica Sargentini del Corriere della Sera, che è ha svolto numerose inchieste sulla barbara pratica dell’utero in affitto, e il direttore di Avvenire Marco Tarquinio che dalle colonne del suo giornale da circa tre anni denuncia tutti gli aspetti più controversi legati alla maternità surrogata. Trovo che sia fondamentale che delle forze politiche così lontane si uniscano in nome di questa giusta causa. Ovviamente i parlamentari che si sono battuti e che si battono ogni giorno contro questa inumana pratica sono tanti, ma non potavano invitare tutti ad intervenire. Voglio fare una menzione particolare per l’on. Eugenia Roccella, da sempre in prima linea su questo tema, due anni fa ha fondato persino un comitato di donne contro l’utero in affitto e si è battuta come una leonessa in parlamento contro la schiavizzazione delle donne”.
Quindi No al mercimonio di vite umane, No al mercimonio del corpo della donna. Ma esiste secondo lei una maggioranza trasversale per far approvare misure concrete in questa direzione?
Noi abbiamo già una legge – la legge 40 – che per la vendita di gameti ed embrioni e la promozione della pratica dell’utero in affitto prevede fino ad un milione di euro di multa e fino a tre anni di reclusione però on viene applicata. C’è una maggioranza trasversale? Beh io credo che sia imbarazzante che dopo questa iniziativa di oggi uno di questi partiti coinvolti faccia marcia indietro. Noi abbiamo tenuto proprio per questo motivo ad includere il centro, la sinistra e la destra. Credo proprio che saranno tenuti tutti e mantenere la parola.
Dai parlamentari parte dunque un’iniziativa che dovrà anche riverberarsi sul piano culturale, nella società civile, per avere piena applicazione…
 Si infatti oggi lanceremo un paio di iniziative che avranno concreta applicazione proprio nella società civile: senza una sensibilizzazione del popolo nessuna legge può avere una reale efficacia.
Lei però ha parlato di mancata applicazione della legge. C’è quindi anche un questione legata all’azione della magistratura?
Si, indubbiamente, è triste vedere come la nostra giustizia spesso non applichi le leggi ma le interpreta a convenienza e piacimento del magistrato di turno.
Intanto in Europa forze politiche e sensibilità lontanissime si stanno unendo nella battaglia contro l’utero in affitto. Le femministe si annoverano nel gruppo di pressione che ha consentito l’esplicita condanna del Consiglio d’Europa contro l’utero in affitto…
Esattamente due settimana fa l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha bocciato per la seconda volta una mozione della belga Petra De Sutter. Un atto che promuoveva l’utero in affitto. Ed ha ragione lei a menzionare l’impegno di femministe come Sylviane Agacinski. E ultimamente anche l’associazionismo lesbico ha reagito, perché nessuno può negare quanto sia crudele strappare un bambino alla propria madre e trattarlo come un prodotto commerciale. Chi può difendere queste cose se non chi vuole lucrarci sopra? basta andare sul web e digitare la parola maternità surrogata e vedere quanti avvisi commerciali escono fuori dalla ricerca.
La giornalista Sargentini con le sue inchieste ha infatti mostrato un mercato floridissimo anche in Italia, come si lotta contro di questo?
Bisogna che la società civile di una scossa alla pigra connivenza delle istituzioni. Solo con la condanna dell’occhio vigile dell’opinione pubblica le autorità competenti non potranno ignorare il fenomeno e saranno così obbligate e mettere in campo tutti gli sforzi per mettervi fine. Noi dobbiamo lottare tutti per fa sì che legge sia rispettata.
E la società civile può fare in modo che questo tema entri nell’agenda dei vari pertiti, l’iniziativa di oggi va in questa direzione, vero?
Esatto, perché la politica deve difendere gli interesse di più deboli. Ci sono ricerche che dimostrano che questa pratica fa grandi danni sia alle madri che vendono gli ovociti, sia alle donne che vendono il proprio utero sia nei padri che “donano” il loro sperma. Per non parlare degli effetti devastanti sul nascituro. Viene spezzata tutta la catena della figliazione e la stessa identità del bambino.
 Fonte: LaNuovaBQ

 

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