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Gender, il nuovo contrattacco delle famiglie

Il d-day del popolo delle famiglie è scattato. Troppe volte è capitato di veder bloccata – solo perché restava isolata – l’azione di famiglie che cercavano la possibilità di coalizzarsi con altri genitori per contrastare l’introduzione nelle classi dei figli di teorie sul gender. Un “ghetto” costruito dal relativismo dominante e dal progressismo combattente. Eppure magari nella classe accanto c’era un’altra famiglia preoccupata come loro, però nessuno lo sapeva. Ma se è vero che l’unione fa la forza, bisogna creare gli strumenti adatti affinché possa concretizzarsi. “Faremo una mappatura nazionale delle famiglie che vogliono impegnarsi su questo fronte per mettere in contatto tra loro”, spiega Filippo Savarese, Portavoce La Manif Pour Tous Italia, impegnata in prima liena contro l’inserimento degli studi di genere nei programmi scolastici.

“Mettere in contatto i genitori – spiega – è la nostra priorità. ma stiamo preparando anche altre due iniziative: una rivolta al ministero dell’Istruzione, l’altra è una grande iniziativa nazionale per interessare l’aspetto politico e mediatico sul tema della libertà educativa della famiglia, e non sarà la classica manifestazione di piazza”. Una necessità, visto che per lo più le posizioni di chi si oppone vengono ignorate. “C’è un tavolo che hanno aperto recentemente sul tenore del comma 16, sull’educazione di genere – afferma ancora Savarese -, ovviamente a seguito della grande protesta delle famiglie a Roma, ma paradossalmente non è stato coinvolto nessuno del Comitato Difendiamo i nostri figli”.

Bisogna dire la verità: le famiglie hanno una colpa grande, che sta diventando storica, e cioè quella di essersi sempre più disinteressate delle dinamiche di partecipazione scolastica. La legge prevede il ruolo della famiglia a scuola, anche con importanti elementi di vaglio, conferma, approvazione, persino di proposta; ma per un motivo o per l’altro, questo ruolo è stato molto diluito da parte degli stessi interessati. Ora però ne vediamo i risultati, con progetti e corsi che entrano dentro gli istituti nell’indifferenza generale, e molto spesso nell’ignoranza. “Il nostro scopo – racconta Savarese – è quello di far tornare la famiglia come attore della scuola, e il primo passo è essere insieme. Sappiamo che ci sono dirigenti, presidi che di fronte alla singola famiglia non si fanno particolarmente coinvolgere; davanti a un tema che colpisce la sensibilità di più famiglie, però, sale anche il livello di attenzione e disponibilità.

C’è però chi si ostina, soprattutto sui social network, ad affermare che la teoria gender non esiste e che tutto questo movimento in difesa della famiglia dagli attacchi al nucleo fondante, che è l’esistenza stessa di un uomo e una donna, sia in realtà solo un’invenzione. “Intanto – replica Savarese – diciamo che chi ci accusa di esagerazioni e nega l’esistenza di qualsivoglia teoria non ha mai preso inconsiderazione il nostro punto di vista, ignorandolo sistematicamente. Non ci hanno mai chiesto dove noi individuiamo questo pericolo. Recentemente è uscito su un grande giornale nazionale un approfondimento sul tema, ma guarda caso nessuno di noi è stato interpellato per poter contribuire con qualche riga all’analisi generale; che peraltro alla fine – pur senza contraddittorio – ci dipingeva come fabbricatori di pregiudizi. Eppure ci sono decine di esempi pratici nelle scuole dove queste teorie gender iniziano a diventare visibili. Comunque è confortante notare che sia sui social che nella vita reale ci sia un crescendo chiarissimo di coinvolgimento delle famiglie e dei genitori su questo tema, e grazie agli incontri in tutta Italia stiamo creando un vero e proprio movimento popolare”.

Il pericolo dunque è nascosto tra le pieghe di parole apparentemente condivisibili: uguaglianza, rispetto. Il cavallo di Troia sono proprio i concetti sulla tolleranza e la parità, ma all’interno si cela il messaggio pericoloso: la negazione che l’essere uomini e donne sia legato alla biologia ma sia invece una condizione psichica ed emotiva modificabile nel tempo. Le teorie che incoraggiano la destrutturazione dell’identità sessuale delle persone, al fine di promuovere un concetto distorto di pari opportunità tra uomini e donne, stanno mettendo in discussione la stessa antropologia umana.

Contro questo “totalitarismo dell’ideologia gender”, sabato 17 Ottobre, dalle ore 9:30 a Roma presso il Teatro Adriano in piazza Cavour, La Manif Pour Tous Italia, una delle principali associazioni che ha animato il Family Day del 20 giugno, varerà una ri-costituente antropologica della famiglia, annunciando il più importante piano europeo anti-gender che sia mai stato realizzato: “Generazione famiglia”. Si partirà dai contributi di uomini e donne del mondo della cultura, della scienza, delle medicina, della ricerca sociale e dell’economia sulle tematiche di famiglia, matrimonio e filiazione, per andare ad alimentare e rinnovare la chiamata alla mobilitazione per tutte le famiglie e le persone, cattolici e laici, credenti e non credenti. Uno schiaffo a coloro che vogliono eliminare il diritto dei genitori di educare e istruire i figli e quello dei bambini ad avere un padre e una madre.

Fonte: InTerris.org

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