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La santa umiltà

L’umiltà è una virtù tanto necessaria, quanto difficile. Non a caso rimane la condizione principale per ogni percorso spirituale. Ovviamente non è “destinata” solo ai monaci, ma loro hanno le condizioni migliori per praticarla.

L’umiltà sembra la medicina più efficace per contrastare la presenza dannosa del potere e dell’aggressività, collegate con l‘orgoglio e le ambizioni personali. Oggi sempre più spesso si parla anche del narcisismo – atteggiamento peggiore dell’egoismo classico – dove conta solo ciò che valorizza la propria posizione. Non è dunque per nulla strano che con tale atteggiamento non sia possibile far funzionare il mondo senza problemi: gli altri infatti sono da sfruttare o ignorare.

A che cosa può servire dunque l’umiltà? C’è qualcuno che potrebbe ancora capirla e apprezzarla? La persona umile viene percepita come un orfano ingenuo, qualcuno che non riesce ben a organizzarsi nel mondo, un debole, un perdente. Non si lo vede vincere nella gara di prestigio e dei profiti. Anzi, se occorre si può abusare di lui. E lo si fa subito.Oggi basta un atteggiamento gentile, disponibile, culturalmente onesto e subito perdi il posto migliore, il cibo più appetito, le opportunità più promettenti. In un contesto dove ognuno lotta e si cura esclusivamente dei propri interessi, chi fa spazio agli altri e non cerca il profitto personale è destinato a perdere.

Ci vuole tanta forza interiore e spirituale per mantenere lo stile di vita segnato dall’umilità. Significa infatti essere pronti a non essere rispettati, a essere ignorati, persino dimenticati: un’esperienza dolorosa quanto si ha qualcosa da offrire – un dono, qualche competenza – e si vede come le persone, quelle al massimo mediocri, fanno le cose che faremmo certamente meglio… ma nessuno ci ha chiesto di farlo. Agli umili non è dato riconoscimento, piuttosto molto spesso si lascia spazio a persone spudorate e arroganti.

Allora cosa fare con l’umiltà? Non è oggi solo un modo per dare spazio alla sfrontatezza e all’impunità delle persone minacciose? Non è forse l’umiltà la prima ad esporsi agli abusi? Domande alle quali è difficile rispondere. Però aprono uno spazio di sfida: vivere il Vangelo ogni giorno, concretamente e radicalmente. Ogni situazione negativa è un’occasione unica per lasciare le tracce inconfondibili della presenza di Gesù mite e umile.

Non sappiamo cosa succede nel cuore delle persone che abusano di noi (della nostra pazienza, dei nostri talenti, ecc.) e vedono la nostra reazione insolita. Magari qualcuno riflette e non perde ancora la fede nel senso della vita? Forse diamo a qualcuno la speranza? L’umiltà è un’indicazione insistente all’istanza trascendentale, soprannaturale – cioè quella di Dio – e per questo va vissuta, non disperando sulla sua efficacia.

Fonte:  Interris.it

 

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