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Torturato per essersi convertito al cristianesimo

Passare dall’Islam al Cristianesimo può scatenare la persecuzione, la tortura o la morte. Joseph Fadelle descrive la sua storia.

Musulmano, convertito al cristianesimo, ripudiato dalla famiglia, torturato e imprigionato per questo. Si sintetizza così la storia di Joseph Fadelle. Lui l’ha raccontata al Convegno per la Libertà Religiosa di Madrid (tenuto dal 17 al 19 aprile e organizzato dalla piattaforma HazteOir) il suo processo di conversione e il prezzo che ha dovuto pagare per esso.

Joseph Fadell, con nome Muhamed Fadel-Ali, è nato in Iraq da una famiglia sciita di alto livello economico. Fadelle conobbe il Cristianesimo nel 1987, durante il servizio militare a Bassora, quando conobbe un soldato cristiano, Masud. Poi, la lettura del Vangelo lo ha portato a “scoprire la persona di Cristo”. “Un vero incontro con Lui; la nascita in me dell`amore della sua persona. Cristo diventa la mia passione al più alto esponente”, ha dichiarato al Convegno.

Per un periodo, Fadelle, ha nascosto la sua conversione, fino a quando è stato scoperto dalla moglie, che l`ha seguito nella sua scelta perché si era resa conto che “c`erano versetti del Corano che parlavano male di lei”. “Se oggi dici a mia moglie che ha cambiato religione per suo marito, si arrabbia perché dice di essere stata convinta dal Cristianesimo”.

Il problema è arrivato quando la sua famiglia ha scoperto questa trasformazione. “La mia famiglia ha osservato un cambiamento radicale nel mio modo di essere. Così, hanno cominciato a tenermi d’occhio e hanno cercato nella mia biblioteca, dove hanno trovato la Bibbia. Mio padre è andato anche a chiedere mio figlio di quattro anni in che posti andava con i suoi genitori. Il bambino gli ha risposto con il segno della croce. Questo è stato per mio padre un segno inequivocabile della mia conversione”, ha affermato Fadelle.

Di fronte alla scoperta, la famiglia non solo non l`ha supportato, ma ne è anche  diventata la principale persecutrice. Per ordine di suo padre è stato torturato e imprigionato sotto il regime di Saddam Hussein. Quando è stato rilasciato, è stato posto agli arresti domiciliari. “È impossibile per un musulmano aiutare un altro, disertore, che si è convertito al cristianesimo: hanno l`obbligo di versare il sangue di chi abbandona l`Islam”.

Dopo aver subito un tentativo di omicidio in Giordania, si è trasferito in Francia con la moglie e quattro figli dove hanno acquisito la cittadinanza. “Grazie a Dio mi hanno trovato solo in Giordania. In Francia c`era un magnate dalla Siria che voleva uccidermi, per questo, dato che ho quattro figli, non posso stare in un posto per molto tempo. La Polizia mi chiede di cambiare continuamente l`alloggio”.

C`è una fatwa (editto islamico) contro Joseph Fadelle, che lo condanna a morte per aver abbandonato la propria religione. “La fatwa non finisce mai – ha dichiarato -. Non c`è tempo né luogo. Penso che un giorno mi uccideranno. Ma fino a quel giorno sto godendo il momento”.

Alla domanda se l’Islam potrà mai raggiungere standard di rispetto e comprensione, Joseph Fadelle ha risposto che è impossibile, perché “il Corano comanda di uccidere i miscredenti”. “Ma il dialogo con i musulmani è possibile. Vi invito a distinguere tra l`Islam e i musulmani. L`Islam è cattivo e pericoloso, ma i musulmani sono i nostri fratelli in Cristo e siamo responsabili di loro, per la loro salvezza. Dobbiamo amarli e accoglierli con rispetto. Dobbiamo trasmettere la luce di Cristo in noi”.

Auxi Rodríguez

Fonte:matchman-news.com

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