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FESTA DELLA MAMMA: Ogni mamma è unica

Manca poco alla festa della mamma, ma ho deciso di giocar d’anticipo. Se lo fanno i pandori a ottobre, in fondo non c’è nulla di male a segnalare la scoperta di stamattina. Nei miei momenti “morti” – se così si posson definire – di plurimamma-casalinga, sono incappata in un simpatico video che spopola su Youtube: mostra i risultati di un esperimento a cui sono state sottoposte sei madri e i loro piccoli. Le mamme stanno in piedi in fila mentre i bambini, uno dopo l’altro, vengono bendati e gli viene chiesto di riconoscere la propria. Passandole in rassegna, i bimbi abbracciano alla cieca e passano un momento insieme ad ogni donna fino a riuscire ad identificare con successo la propria genitrice.

Tutto molto patinato, ma nel complesso tenero e coinvolgente. Lì per lì mi son detta: sarebbe simpatico partecipare all’esperimento! Certo, ma se poi i miei figli non mi riconoscessero, sarebbe una bella delusione. Peggio: e se poi mi riconoscessero – tastandomi dal basso in su – per via delle gambe un pelino storte, la seconda-meno-meno, la ruga ad aratro stampata in fronte? …

Stavo per ripensarci, insomma. Ma diamine, poi mi son riconvertita: chi se ne importa? L’essenziale è essere riconosciute, non perché profumiamo di perfezione, ma per quelle che siamo, dal fisico al carattere. Eh già. Chissà se i figli ci riconoscerebbero anche solo per uno dei nostri comportamenti.
… Quelle che dicono tre volte di NO ai capricci e poi cambiano idea. Quelle che dimenticano il panino allo speck in frigo il giorno della gita. Quelle che – almeno una volta nella vita – han dimenticato (pardon, lasciato un tantino oltre tempo) un quattrenne all’asilo. Quelle che abbracciano la causa del risparmio dell’acqua, pur di giustificare sei anni di busta-insalata-pronta. Quelle che costringono a vedere in tv i cartoni in inglese una volta a settimana. Quelle che costringono a vedere i cartoni per stendersi lo smalto… E via. Ognuna di noi si sente in fondo lusingata ad essere riconosciuta per quello che è di fatto diventata dopo anni di mammitudine, trasformata, forgiata, plasmata alla stregua di un kilo di pasta al sale.

Per la cronaca, a utenza dei maschietti sintonizzati: il tenero videoesperimento è in realtà lo spot per una nota marca di gioielli. La réclame, dopo aver incantato lo spettatore romantico, finisce con un lapidario «ogni donna è unica».
Sante parole. Farei solo una chiosa: siccome in fondo i figli sono i nostri più preziosi gioielli, circostanzierei con un ancor più fiero: “Ogni madre è unica”.
Cosa che peraltro, di questi tempi, non è poco.

Fonte:  Tempi.it

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