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Meriam deve vivere. Libertà e giustizia per chi ha scelto di non rinunciare a Gesù Criso

SUDAN – Sentenza del 5 maggio, Meriam Yeilah Ibrahim, cristiana 27 anni, incinta all’ottavo mese e condannata per apostasia. E’ in carcere e con lei il suo bimbo di 18 mesi che non può stare con il padre perché cristiano e non riconosciuto. . Già condannata a 100 “frustate” ad agosto perché adultera, ora è condannata a morte per impiccagione.
L’11 maggio il giudice le aveva offerto la salvezza in cambio della conversione all’Islam. Tre giorni per pensarci. Ma il 14 maggio, di nuovo davanti al magistrato, Meriam ha rifiutato di rinnegare la fede in Cristo.

In sua difesa alcune ambasciate occidentali a Khartum chiedendo di rispettare il diritto di libertà di religione, compreso il diritto di ciascuno di cambiare la propria fede o le proprie credenze,sancito dal diritto internazionale e dalla stessa Costituzione ad interim sudanese del 2005.

Avvenire ci ricorda come la tempestiva mobilitazione internazionale  americani,  europei, italiani e Vaticano, in soli 10 giorni sia riuscita a liberare Abdul Rahm anafghano convertito al cristianesimo e condannato di apostasia.

QUI L’APPELLO PER LA SCARCERZAIONE IMMEDIATA  – Italians for Darfur

Per saperne di più:
SUDAN: Meriam deve vivere – Avvenire
Ciò che sappiamo – Avvenire

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